Top/Flop della Settimana: Gilbert, Izagirre, Kittel, Schachmann, Thomas, Van Avermaet
TOP
Philippe Gilbert (Deceuninck-QuickStep): Il fuoriclasse belga non tramonta mai. Con una condotta di gara perfetta si aggiudica la Parigi-Roubaix, il che significa che ha conquistato 4/5 classiche Monumento, con la Milano-Sanremo come unica mancante. In pochi anni si è trasformato da corridore da Ardenne a specialista del pavé, a conferma del fatto che il suo motore gli permette di vincere su qualsiasi terreno, anche a 36 anni. Semplicemente un fenomeno.
Ion Izagirre (Astana): Ha mandato in visibilio il popolo basco, che non vedeva vincere la corsa di casa da uno dei suoi beniamini dal 2012 con Samuel Sanchez. Il più giovane fratello degli Izagirre corre con intelligenza, rimane sempre coi migliori e, alla fine, riesce a ribaltare la classifica generale con un attacco congiunto al compagno Jakob Fuglsang, che manda in difficoltà il leader Emanuel Buchmann. Ogni anno sembra fare un passo avanti, e quest’anno sono già due le affermazioni nelle corse a tappe: oltre al Giro dei Paesi Baschi, infatti, era arrivato anche il successo alla Volta a la Comunitat Valenciana.
Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe): Fa il bello e il cattivo tempo nelle prime quattro tappe del Giro dei Paesi Baschi. Vince la cronometro inaugurale e poi si aggiudica, con apparente facilità, la terza e la quarta tappa. Con l’arrivo delle salite più dure è costretto a cedere la maglia di leader, ma non per questo smette di spingere a tutta, visto che si mette a disposizione di Buchmann nella sua caccia al podio della classifica generale.
FLOP
Greg Van Avermaet (CCC Team): In questo periodo sembra avere delle buone gambe ma, per un motivo o per un altro, alla fine rimane sempre con un pugno di mosche in mano. Inspiegabilmente non segue l’attacco di Sagan e Van Aert nel momento in cui si è decisa la Parigi-Roubaix, ed è costretto a farsi carico di un inseguimento che ancora una volta non darà i suoi frutti. Chiude con un anonimo 12° posto, per lo stesso motivo che gli aveva precluso di essere tra i protagonisti alla Milano-Sanremo. Le classiche a lui più congeniali sono ormai passate, ma i risultati sono stati piuttosto scarsi.
Marcel Kittel (Katusha-Alpecin): Il velocista tedesco non sembra voler uscire da quel tunnel negativo che sembra aver imboccato ormai da un anno e mezzo. L’impietosa conferma è arrivata allo Scheldeprijs, corsa da lui vinta cinque volte tra il 2012 e il 2017, che lo ha visto staccarsi dal gruppo compatto appena si sono alzate le velocità. Considerando che non erano previste asperità altimetriche, il suo ennesimo passaggio a vuoto comincia ad innervosire la dirigenza della Katusha-Alpecin.
Geraint Thomas (Team Sky): La sua stagione deve ancora decollare. Dopo una buona cronometro inaugurale al Giro dei Paesi Baschi, che lasciava presagire ad una settimana quantomeno soddisfacente, il britannico naufraga in classifica generale e rimane passivo per tutte e sei le tappe. Che il suo obiettivo sia il Tour de France è ormai noto, ma da quando si è aggiudicato la maglia gialla lo scorso anno non è più stato in grado di portare a casa un risultato degno di nota.
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Il giudizio su Geraint Thomas non fa una piega. Io aggiungo che la vera anomalia nella carriera dei corridore è aver vinto il Tour de France.